domenica 11 dicembre 2011

Dieta iperproteica animale? No, grazie!!

Ci credereste mai se qualcuno vi dicesse che le proteine animali fanno ingrassare?? 

Vi invito allora a leggere qui di seguito la sintesi dell'articolo di Bujnowski D, Xun P, Daviglus ML, Van Horn L, He K, Stamler J., Longitudinal Association between Animal and Vegetable Protein Intake and Obesity among Men in the United States: The Chicago Western Electric Study, J Am Diet Assoc. 2011 Aug;111(8):1150-1155.e1. tratta da http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1189



A questa conclusione, infatti, sono giunti i ricercatori che hanno condotto un nuovo studio scientifico ("Longitudinal Association between Animal and Vegetable Protein Intake and Obesity among Men in the United States: The Chicago Western Electric Study.") e ne hanno pubblicato i dati sulla rivista scientifica Journal of the American Dietetic Association (agosto 2011).

Al contrario, le proteine vegetali si sono mostrate "protettive" nei confronti dello sviluppo dell'obesità. 

Non essendoci, prima di questo studio, dati consistenti sulla correlazione tra peso corporeo e assunzione di proteine, ed essendoci quindi poche informazioni sulla relazione nel lungo termine tra obesità e assunzione di proteine, gli studiosi de "The Chicago Western Electric Study" hanno ritenuto opportuno indagare il nesso tra assunzione di proteine e obesità, facendo però la distinzione tra proteine animali e vegetali e comparandone l'effetto.

E' stato coinvolto a questo scopo un gruppo di 1730 persone (uomini di età compresa tra i 40 e 55 anni) tra il 1958 e il 1966, che è stato seguito per 7 anni: sono stati annualmente registrati di ciascuno l'alimentazione, l'altezza e il peso e altre informazioni.

Sono stati fatti calcoli sulla relazione tra la quantità di proteine totali assunte e la probabilità di risultate sovrappeso o obesi al successivo esame annuale; analogamente, lo stesso calcolo è stato fatto considerando separatamente le proteine animali e quelle vegetali, per verificare se vi fosse una maggior correlazione tra proteine animali e  sovrappeso, oppure tra proteine vegetali e sovrappeso.

I calcoli effettuati sono stati, come sempre avviene in questi casi, adattati per tener conto dei potenziali "fattori confondenti", come età, fumo di sigaretta, consumo di alcool, di calorie, di carboidrati e di grassi saturi, ed è anche stata presa in considerazione l'eventuale presenza di diabete o di altre malattie croniche.

Il risultato ottenuto ha mostrato che esiste una correlazione statisticamente significativa tra consumo di proteine animali e obesità: chi consumava una quantità maggiore di proteine animali aveva una probabilità di diventare obeso maggiore di 4,6 volte rispetto a chi ne consumava le quantità più basse; al contrario, chi consumava maggiori quantità di proteine vegetali aveva un rischio di risultare obeso dimezzato, rispetto a chi ne consumava le quantità più basse.

I ricercatori hanno quindi concluso che le proteine animali e quelle vegetali esercitano effetti opposti sullo sviluppo dell'obesità nel lungo termine: elevati consumi di proteine animali favoriscono l'obesità, mentre elevati consumi di proteine vegetali risultano protettivi nei confronti dello sviluppo di obesità.





lunedì 19 settembre 2011

"The China Study" - Un equilibrio delicato/ A delicate balance

Ecco un video documentario illuminante su "The China Study", in cui si parla dell’eccesso di proteine consumate durante i pasti onnivori e degli studi scientifici e oggettivi che dimostrano che il corpo umano non ha bisogno di molte proteine per stare in perfetta salute fornendo una base scientifica a tutte le teorie già proposte a riguardo, oltre a spiegare le implicazioni che può avere il cambiamento di abitudini alimentari sull'ambiente.


Medici responsabili, prima ancora di presentarsi in qualità di eminenti scienziati, affermano che "la cura per il cancro (e per tutte le altre patologie tipiche del mondo occidentale, ndr) è il cibo GIUSTO, nelle GIUSTE QUANTITA'". (T. Colin Campbell, Chirurgo presso la Fondazione dell'Ospedale di Cleveland, Direttore del progetto China-Cornell-Oxford su "Dieta, stile di vita e salute in Cina")


Volete saperne di più? prendetevi il tempo per ascoltare con calma quanto viene detto in questo video.  









A Delicate Balance, English version:


domenica 1 maggio 2011

...E' ora di dire basta!!!

Il catastrofico terremoto e lo tsunami che si sono abbattuti sul Giappone, quindi il conseguente disastro nucleare (pari a quello di 25 anni fa avvenuto a Chernobyl, se non peggiore) ci fanno pensare che si tratti di tragedie "lontane" da noi fisicamente, e che poi affidiamo all' "oblio" del tempo...

Ma possiamo continuare a credere che sia davvero così? che l'aumento dei casi di tumore, in particolare, nel nostro paese sia sempre senza spiegazioni o affidato semplicemente alla predisposizione genetica?
Perchè si continua a pensare che la nostra salute possa essere affidata soltanto a cure mediche che diventano sempre più costose quando noi siamo fatti di ciò che respiriamo e mangiamo?

Alla luce di queste considerazioni, è proprio così difficile comprendere che la nostra salute dipende proprio dalla nostra coscienza e dalle nostre responsabilità nei confronti dell'ambiente? Quale futuro stiamo preparando a noi stessi e a chi verrà dopo? 


giovedì 28 aprile 2011

lunedì 18 aprile 2011

Si possono considerare trascurabili in Europa gli effetti della nube radioattiva proveniente da Fukushima?/ The day after the nuclear disaster at Fukushima nuclear power plant in Japan: what about contamination in the European countries?

Il CRIIRAD, una NGO (Non Governmental Organization) francese di ricerca sulla radioattività, sta informando sui rischi che corrono in Europa in particolare le donne incinta, le donne che allattano al seno, e i bambini più piccoli consumando latte fresco e vegetali a foglia larga a causa della contaminazione da iodio-131 radioattivo.

In seguito alla fuoriuscita di una nube radioattiva dall’impianto nucleare di Fukushima in Giappone dopo il terremoto dell’11 marzo scorso che ha raggiunto l’Europa a fine marzo, CRIIRAD ha rilevato la presenza dell’isotopo radioattivo iodio-131 nell’acqua piovana caduta nel sud-est della Francia.
Tests paralleli effettuati dall’Istituto Francese per la Protezione Radiologica e Sicurezza Nucleare (IRSN), un’istituzione pubblica nazionale che si occupa del monitoraggio dei rischi nucleari e radiologici, hanno messo in evidenza la presenza di iodio-131 nel latte.
In condizioni normali non dovrebbe essere possibile detectare tracce di iodio-131 nell’acqua piovana o nel latte.  
In risposta alle migliaia di richieste da parte dei cittadini preoccupati per le conseguenze in Europa del disastro nucleare giapponese, CRIIRAD ha compilato un documento informativo a proposito dei rischi della contaminazione in Europa da iodio-131 radioattivo che è stato pubblicato il 7 aprile 2011.

Nel documento viene fatto presente di evitare di bere l’acqua piovana come fonte primaria, soprattutto per i bambini; per quanto riguarda l’acqua del rubinetto proveniente da falde sotterranee o da grandi fiumi non dovrebbero esserci grossi problemi, mentre bisognerebbe esaminare più da vicino la situazione dell’acqua proveniente da grandi bacini di raccolta di acque piovane, come ad esempio i laghi collinari.
Per coloro che utilizzano l’acqua piovana per innaffiare l’orto o il giardino di casa, sarebbe opportuno bagnare direttamente il terreno evitando le foglie perché queste ultime metabolizzano rapidamente lo iodio radioattivo, cosa che avviene in misura minore attraverso le radici.
A proposito degli alimenti più suscettibili di contaminazione sono da evitare, in particolare per donne in gravidanza, donne che allattano al seno e bambini, SPINACIO, INSALATA, CAVOLO e gli altri VEGETALI A FOGLIA LARGA se sono coltivati all’aperto ed esposti alla pioggia.

Il LATTE FRESCO e i FORMAGGI CREMOSI, così come la CARNE DI BESTIAME ALLEVATO ALL'APERTO che quindi bruca l’erba sono classificabili come cibi che possono essere stati contaminati indirettamente e devono anche essere monitorati.
La contaminazione di latte e formaggio derivati da capra e pecora può essere di entità anche superiore rispetto a quelli di mucca.

CRIIRAD sostiene che la sua nota informativa non è solo limitata alla situazione in Francia ma è applicabile anche alle altre nazioni europee, dal momento che i livelli di contaminazione sono attualmente gli stessi in Belgio, Germania, Italia e Svizzera.
In ogni caso, l’istituto sottolinea che non c’è assolutamente alcun motivo di chiudersi in casa o di prendere le tavolette di ioduro di potassio (ed io aggiungo, che possono anzi essere solo ulteriormente dannose).
Il CRIIRAD conclude dicendo che se ci saranno ancora incendi o se gli operatori saranno costretti a rilasciare più vapore dai reattori della centrale in modo da prevenire le esplosioni di idrogeno, ci saranno nuovi rilasci massicci di materiale radioattivo.




After the radioactive cloud emanating from Japan's stricken Fukushima nuclear power plant reached Europe in late March, CRIIRAD, a French research body on radioactivity, an NGO, said it had detected radioactive iodine-131 in rainwater in south-eastern France.
In parallel testing, the French Institute for Radiological Protection and Nuclear Safety (IRSN), the national public institution monitoring nuclear and radiological risks, found iodine 131 in milk. 
In normal times, no trace of iodine-131 should be detectable in rainwater or milk.
In response to thousands of inquiries from citizens concerned about fallout from the Fukushima nuclear disaster in Europe, CRIIRAD has compiled an information package on the risks of radioactive iodine-131 contamination in Europe.
The document, published on 7 April, advises against consuming rainwater and says vulnerable groups such as children and pregnant or breastfeeding women should avoid consuming vegetables with large leaves, fresh milk and creamy cheese.
However, the institute underlines that there is absolutely no need to lock oneself indoors or take iodine tablets.
CRIIRAD says its information note is not limited to the situation in France and is applicable to other European countries, as the level of air contamination is currently the same in Belgium, Germany, Italy and Switzerland, for instance.
Data for the west coast of the United States, which received the Fukushima radioactive fallout 6-10 days before France, reveals that levels of radioactive iodine-131 concentration are 8-10 times higher there, the institute says.
According to CRIIRAD, a huge proportion of the inquiries it has received concern the risks associated with rainwater and drinking tap water.

The institute stresses that there is no risk whatsoever, even for children, of standing in the rain without protection. But consumption of rainwater as a primary source of drinking water should be avoided, particularly among children, it said.
As for tap water, underground catchments or large rivers should not present any problem. But the institute suggests that the situation of water from reservoirs that collect rainwater from one or more watersheds, such as hillside lakes, should be examined more closely.
As for watering one's garden with collected rainwater, CRIIRAD advises watering only the earth and not the leaves of vegetables, as absorption is faster and more significant on leaf surfaces than through roots.
Spinach, salads, cabbage and other vegetables with large surface areas are among those food products that are particularly sensitive to iodine-131 contamination, if they are cultivated outside and exposed to rainwater. Washing vegetables does not help, as iodine-131 is quickly metabolised by the plants, CRIIRAD notes.
Fresh milk and creamy cheeses, as well as meat from cattle that have been outside eating grass, are categorised as foods that may have been indirectly contaminated and must also be monitored. Contamination of milk and cheese from goats and sheep may be of a greater magnitude than that of produce from cows.
CRIIRAD notes that "huge amounts of radioactive material have been released by the Fukushima Daiichi plant since Saturday 12 March 2011. On Tuesday 5 April, 24 days after the accident, the releases continue. This means that the contaminated airborne masses in Europe will last just as long, with a delay linked to the movement of radioactive aerosol gases over some 15,000 km."


It also cited a technical report from the operating company (TEPCO) and the Japanese nuclear safety authorities (NISA) which "fear releases over several more days, even weeks".
If more fires are reported or if the operators are forced to release more steam in order to prevent hydrogen explosions, new massive waste releases will occur, the institute warned.



lunedì 11 aprile 2011

Un altro buon motivo per evitare gli integratori di proteine/ Another reason to avoid the Protein Powders and Protein Drinks

Una indagine riportata dal magazine americano “Consumer Reports” ha messo in evidenza che alcuni prodotti a base di proteine in polvere ready-to-drink ed integratori proteici liquidi sono risultati contaminati da metalli pesanti il che rappresenta un serio rischio per la salute a causa del loro effetto tossico nell’organismo umano a livello di vari organi interni.

Sono stati testati 15 prodotti, contemporaneamente è stata fatta una revisione della documentazione governativa e delle interviste ad esperti nel campo della salute e del fitness e ai consumatori.

Il report ha messo in evidenza che la maggior parte delle persone assume già abbastanza proteine e allo stesso modo la gente non trova “modo migliore e più economico di aggiungere più proteine alla propria dieta, quando necessario”.
Tutti i 15 prodotti che sono stati esaminati sono risultati contenere almeno uno dei seguenti contaminanti: arsenico, cadmio, piombo e mercurio.
Se consumati in eccesso questi metalli pesanti possono avere effetti tossici per l’organismo; una esposizione bassa e costante può determinarne un accumulo nell’organismo e quindi causare condizioni gravi di salute, tra cui (e non solo) danni al sistema nervoso centrale, all’apparato riproduttivo, blocco degli organi e anche la morte.

Quindi, oltre a un super lavoro da parte dei reni (che nel lungo termine può portare a gravi danni) questi integratori  proteici possono nascondere ulteriori minacce molto gravi per la salute.   





A new Consumer Reports Investigation on protein powders and protein finds that some ready-to-drink protein powders and protein liquids are contaminated with dangerous metals that pose serious health risks and can have toxic effects on the body's organs. 

The Consumer Reports investigation appearing in Consumer Report's July issue, included the testing of 15 protein drinks, as well as a review of government documents and interviews with health and fitness experts, and consumers. 

The report found that most people already get enough protein and that even people who do not can find "far better and cheaper ways to add more protein to their diet if it's needed." 

All 15 of the protein drinks tested by Consumer Reports had one or more the following contaminants: arsenic, cadmium, lead and mercury. 

Specifically, "Consumer Reports" found that Muscle Milk Chocolate, Muscle Milk Vanilla Crème and EAS Myoplex Original Rich Dark Chocolate can expose users to elevated levels of heavy metals when they consume three servings a day. 

If consumed in excess, arsenic, cadmium, lead and mercury can have toxic effects on the body and its organs. Chronic, low-level exposure to heavy metals can build up in the body and cause serious health conditions, including but not limited to central nervous system damage, reproductive damage, organ failure and even death. 

venerdì 18 marzo 2011

Cosa ne penso dell'energia nucleare

L'Italia ha davvero bisogno del nucleare?






"...Bisogna considerare che in ingegneria il fattore di rischio si calcola sempre e solo in senso statistico: ovvero, in base alle probabilità che si verifichi un evento. La probabilità di un incidente nucleare è davvero molto bassa statisticamente, visti tutti i sistemi di sicurezza e tutti i controlli che si eseguono: purtroppo la storia continua a dimostrarci che “basso” non significa “inesistente”. Inoltre, quando/se accade l’incidente nucleare, le conseguenze sono sempre di dimensioni epocali...
Il vero, grande problema del nucleare sono le scorie. Che nessuno ha ancora capito come e dove smaltire. 
E bisogna ricordare che le scorie della centrale sono una parte minima dell’intera filiera: perché si producono scorie dall’estrazione, e poi dal trasporto, e poi dalla lavorazione, soprattutto dall’arricchimento dell’uranio. L’incidente fa sicuramente molta più impressione, ma i rischi più gravi del nucleare stanno nell’incapacità di trattare/smaltire le scorie. 
E questo dobbiamo ricordarlo SEMPRE, non solo quando succede il disastro: perché magari adesso ci diranno che la centrale giapponese era di seconda generazione, che aveva 40 anni, che adesso ci sono centrali più moderne e ancora più sicure (stessa cosa già detta per Chernobyl…): ma nessuno può ancora dire “abbiamo risolto il problema delle scorie”. Perché non è mai stato risolto e non si vede, all’orizzonte, alcuna soluzione concreta."
(tratto da un'intervista a Paolo Forzano, ingegnere meccanico nucleare savonese. Dei suoi sessantatre anni, 28 li ha trascorsi lavorando per una delle principali società mondiali del settore, l'Ansaldo Nucleare)


lunedì 14 marzo 2011

Alimentazione vegetariana nei bambini: una scelta sicura

Quest'oggi riporto un articolo tratto dal sito scienzavegetariana.it con l'intento di sfatare luoghi comuni e una non corretta informazione (o peggio pregiudizio da ignoranza) riguardo l'alimentazione vegetariana nei bambini. 


L'ulteriore conferma che l'alimentazione vegetariana per i bambini sia una scelta sicura ci viene  dallo studio su 97 bambini italiani effettuato dall'equipe del prof. Pinelli.

Il prof. Leonardo Pinelli, pediatra, nutrizionista, già Direttore del Centro di Diabetologia Pediatrica, Nutrizione Clinica e Obesità dell'Università di Verona, nonché vice-presidente di Società Scientifica Nutrizione Vegetariana (SSNV), ha reso noti i risultati di uno studio su 97 bambini vegetariani e vegani durante il congresso "I vegetali: caratteristiche nutrizionali e proprietà farmacologiche" tenutosi a Parma il 18-19 febbario.

Dei 97 bambini, 86 erano latto-ovo-vegetariani, 11 erano vegani, e sono stati seguiti dall'ambulatorio di Verona nel primo e secondo anno di vita. 
Dai dati anamnestici e di laboratorio si è potuto rilevare che la crescita dei bambini era normale e solo in un caso di mancata integrazione di vitamina B12 (che si ritrova nei cibi di origine animale) da parte della madre di un bambino vegan allattato al seno si è evidenziato un iniziale problema di accrescimento, subito normalizzato con l'opportuna integrazione di vitamina B12 di sintesi batterica nella madre e nel bambino.

Il prof. Pinelli ha spiegato inoltre che i bambini vegetariani si ammalano di meno dei loro coetanei onnivori e che l'alimentazione vegetariana pianificata in età pediatrica è sicura.
E' da chiarire che la pianificazione dell'alimentazione nei bambini deve avvenire sempre, il "fai da te" senza consulenza pediatrica è da evitare in tutti i casi, non solo in caso di alimentazione vegetariana, ma anche e soprattutto per quella onnivora

Infatti è caso mai l'alimentazione onnivora oggi proposta dai pediatri che deve essere meglio pianificata, a partire dal divezzamento, viste le conseguenze sullo stato di salute dei bambini e adolescenti di oggi. In questa fascia di età abbiamo il record dell'eccesso ponderale in Europa: il 21,2% dei bambini italiani è in sovrappeso o obeso, il 27,5% dei bambini non mangia mai verdura cruda e il 40% non consuma mai verdura cotta (2009 MDC, nell'ambito del progetto europeo Periscope - Pilot European Regional Interventions for Smart Childhood Obesity Prevention in Early Age - www.periscopeproject.eu).
Inoltre, molte delle malattie che una volta comparivano in età adulta sorgono oggi in età pediatrica. 
Nella Posizione Ufficiale dell'American Dietetic Association (ADA) del 2009 è ben specificato, invece, che l'alimentazione vegetariana è in grado di prevenire e curare gran parte di queste malattie: "E' posizione dell'American Dietetic Association che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie". E sempre nella Posizione Ufficiale ADA troviamo, in riferimento anche ai bambini "Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusa gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, e per gli atleti."

E' dunque fondamentale che i pediatri di famiglia dedichino più attenzione alla nutrizione, a partire dal primo anno di vita, nella consapevolezza che una nutrizione corretta consente al bambino di crescere bene al riparo dalle principali malattie. 
In particolare è necessario che i pediatri non solo non ostacolino la scelta vegetariana da parte dei genitori, ma raggiungano con il tempo un livello di formazione tale anche in questo campo da poter fungere da supporto alle famiglie, senza costringerle al fai da te, che è sempre da evitare, in ogni tipo di alimentazione.

http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1107
http://www.aamterranuova.it/article1221.htm

Come e perché la scelta vegetariana può essere adeguata fin dall'infanzia. Ce ne parla Luciano Proietti, medico pediatra, specialista in Pediatria presso l'Università di Torino, specialista in Chirurgia Pediatrica presso l'Università di Padova, assistente in pediatria presso il reparto di malattie infettive dell'Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dal 1973 al 1978, dirigente medico presso la divisione di Chirurgia neonatale dell'Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dal 1978 al 1995.

martedì 8 marzo 2011

Il latte di mucca: è davvero indispensabile, soprattutto per i bambini? E che dire dell'osteoporosi?


I risultati degli studi sui benefici del latte vaccino sono controversi, infatti dall'ultima revisione da parte del WCRF (Worl Cancer Research Fund, ovvero il Fondo Mondiale della Ricerca sul Cancro le cui raccomandazioni pubblicherò in un prossimo post) non è emersa una particolare raccomandazione su questo alimento.
Il prof. Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, nel video ci spiega uno dei motivi per cui noi e i nostri bambini non abbiamo bisogno di un consumo quotidiano di latte e/o di formaggi.
Bisogna anche tener presente che quello che troviamo nei nostri supermercati è un latte che proviene da mucche allevate intensivamente con mangimi che niente hanno a che vedere con l'erba di un pascolo... 





Sempre in un'altra intervista, il Dr. Berrino afferma che lo yogurt sarebbe il migliore tra i derivati del latte, ma attenzione all'etichetta! 

Lo yogurt alla frutta è fortemente sconsigliato, principalmente per l'alto contenuto di zucchero.
Lo yogurt deve essere di solo latte a cui aggiungere la frutta fresca (di stagione) o l'uva passa (o altra frutta secca), o del miele, per dolcificarlo. Quindi è possibile consumarlo di tanto in tanto. Fonti alternative di calcio? 
Semi di sesamo tostati e tritati (si trovano nei negozi di prodotti biologici anche già pronti con il nome di "gomasio", contiene anche sale marino integrale) e da mettere sull'insalata o nelle minestre, sulle verdure cotte, sulla pasta invece del parmigiano, ecc...
Ah! stavo dimenticando le mandorle (non tostate nè salate, per assumere anche gli altri nutrienti) che sono un'altra ottima fonte di calcio.
E ovviamente la verdura a foglia verde scuro, le brassicacee (cavolo, broccoli, verze, ecc...) 
E poi, scusate...le mucche, animali erbivori, da dove prenderebbero il calcio per la produzione di latte? 


La Dott.ssa Luciana Baroni (Medico Chirurgo, Nutrizionista e specialista in Neurologia, Geriatria e Gerontologia, Dirigente Medico di Neuroriabilitazione, socio fondatore e presidente in carica di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV))  nel video seguente ci spiega perchè il latte e i formaggi non danno l'apporto di calcio utile per contrastare l'osteoporosi, anzi la favoriscono...




Allora, che mi dite? ci credete ancora alle pubblicità?

Tornerò sull'argomento latte per parlare degli alimenti alternativi, soprattutto per i più piccoli.


http://www.infolatte.it/salute/danni_latte.html

domenica 6 marzo 2011

Il kiwi fa aumentare l'immunità innata sulla superficie della mucosa intestinale / Whole kiwifruit confers gut health and immune benefits both directly and indirectly through prebiotic effects

La Dott.ssa Juliet Ansell, Food & Nutrition Science Group Leader per Plant and Food Research in Nuova Zelanda, conduce le sue ricerche esplorando le interazioni tra cibo, intestino umano e l'ecosistema microbico residente.
Il cuore del suo programma di ricerca è quello di esaminare specifici cambiamenti nella composizione e attività della microflora gastrointestinale mangiando kiwi.
Questa ricerca originale verrà presentata per la prima volta a Ginevra in Svizzera in occasione del prossimo "VitaFoods Europe" a maggio 2011, e verrà descritto il ruolo di questo frutto nel promuovere l'immunotolleranza (ovvero una buona immunità) rispetto all'infiammazione (ovvero una cattiva immunità) attraverso un meccanismo mediato dall'intestino. Con la comprensione dei cambiamenti chimici subiti dal frutto durante la digestione, dell'analisi chimica dei carboidrati, della microbiologia e immunologia/morfologia della mucosa è stato possibile giungere ad alcuni dei potenziali meccanismi d'azione. 
La Dottoressa Ansell e il suo gruppo di ricerca hanno provato che il consumo del frutto intero genera dei cambiamenti nella micromorfologia e funzionalità dell'intestino mediante un aumento della crescita e/o del metabolismo dei batteri commensali/benefici.
I ricercatori hanno avanzato l'ipotesi che il ruolo del kiwi può essere di "preparatore" (effetto 'prebiotico') piuttosto che di "attivatore" della risposta immunitaria e quindi promuoverebbe in tal modo l'immunotolleranza (la buona immunità) invece dell'infiammazione (o cattiva immunità).

Quindi, oltre a godere della quantità cospicua di Vitamina C contenuta in questo frutto, direi che abbiamo un ulteriore motivo di mangiare kiwi a volontà!
Ricordo, comunque di mangiare i kiwi e tutta la frutta in generale possibilmente la mattina e comunque lontano dai pasti per evitare fermentazioni e gonfiore addominale.




Food & Nutrition Science Group Leader at Plant and Food Research in New Zealand, Dr Ansell leads research exploring the interactions between food, the human gut and the resident microbial ecosystem. The core of her research programme is to examine the specific changes in the composition and activity of the gastrointestinal microflora by eating kiwifruit. This novel research, presented for the first time anywhere in the world, will describe the role of kiwifruit in promoting immune tolerance (or good immunity) rather than inflammation (bad immunity) through a gut mediated mechanism.
The central core of this research programme was to examine the specific changes in the composition and activity of the gastrointestinal microflora brought about by eating kiwifruit.
Through understanding the changes to kiwifruit through digestion, carbohydrate chemical analysis, microbiology and mucosal immunology/morphology we have come up with some potential mechanisms of action. The carbohydrate chemistry is essential for understanding the mechanism of prebiotic action via carbohydrate degradation by the microbes.
We have established that consumption of whole kiwifruit generates changes in gut micro-morphology and functionality via enhancing the growth and /or metabolism of commensal/beneficial bacteria. These bacterial-dependent components - independently/concomitantly with digestible kiwifruit components (specifically carbohydrates) serve to enhance innate immunity at the mucosal gut surface.  We put forwards the hypothesis that the role of kiwifruit may be as ‘priming’ rather than ‘activating’ the immune response so that it promotes immune tolerance (or good immunity) rather than inflammation (bad immunity) through a gut mediated mechanism.

venerdì 4 marzo 2011

"Nella tua pazienza è la tua anima" (Morihei Ueshiba, fondatore dell'AIKIDO)

Questo post lo dedico alla fretta, anzi, alla lentezza che è un qualcosa che ammiro molto della cultura orientale.
Una delle chiavi della padronanza delle arti marziali è che anche il movimento più rapido deve essere generato da una mente calma e riflessiva. E questo sembrerebbe in netto contrasto con il mondo moderno in cui viviamo; eppure riportando queste considerazioni sul piano del nostro benessere e della nostra salute, è ben documentato nella letteratura scientifica come lo stile di vita, i vissuti emozionali possano influire negativamente o positivamente sul nostro stato di salute.


"Un giovane praticante di arti marziali 
attraversò l'intera Cina per raggiungere la palestra di un famoso maestro.
Una volta giunto, il maestro gli diede udienza:
"Dimmi, cosa desideri da me?"
"Ti supplico con tutto il cuore di accettarmi come tuo discepolo. Voglio diventare il più abile praticante di arti marziali di tutta la Cina. Sarò il tuo servitore. Mi addestrerò senza requie. Quanto tempo impiegherò per imparare tutto?"
"Almeno dieci anni".
"Ma dieci anni è un bel pò di tempo!", protestò il giovane. "Se lavorerò il doppio di tutti gli altri tuoi discepoli, quanto tempo mi ci vorrà?"
"In tal caso ci vorranno vent'anni!"
"Ma cosa significa? Io mi addestrerò giorno e notte con tutte le mie forze per divenire un esperto il più velocemente possibile".
"Ah! Sì, certo. Allora in questo caso ci vorranno trent'anni!"
"Ma insomma, com'è possibile che, se dico che ci metterò più impegno, mi rispondete che ci vorrà più tempo?"
"E' semplice: una persona con tanta fretta è uno studente scarso. Se un occhio è continuamente diretto sulla destinazione finale, resta solo l'altro occhio per cercare la Via", rispose il maestro con un lieve sorriso arguto."




tratto da "I 36 stratagemmi, l'arte segreta della strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana", a cura di Gianluca Magi

martedì 1 marzo 2011

Il primo ospedale di medicina integrata in Italia, in Toscana a Pitigliano (GR)

Riporto qui di seguito un interessantissimo articolo pubblicato dal Corriere della sera nella sezione Salute il 28 febbraio 2011. Spero tanto che questo nuovo modo di concepire l'approccio con i pazienti, ovvero nel senso di una visione olistica dell'individuo, possa essere presa in seria considerazione e diventare una realtà in tutta Italia (finalmente!)...


È diventato realtà il primo ospedale di medicina integrata d’Italia nel quale specialisti di chirurgia, pronto soccorso e altre branche così dette tradizionali, lavorano a fianco di agopuntori, fitoterapisti e omeopati. Dopo anni di progetti, discussioni e qualche polemica, l’ospedale integrato, il Petruccioli di Pitigliano (Grosseto), ha iniziato a funzionare se pur con qualche limitazione. Per ora è possibile prenotare le visite degli ambulatori con gli specialisti di agopunture e omeopatia. Una terza disciplina, la fitoterapia, sarà attivata probabilmente già alla fine del mese. Le visite si prenotano al numero telefonico 0564/483500, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16, il sabato dalle 8 alle 12.
L’aspetto più innovativo del "Nuovo Petruccioli", dove per ora lavorano quindici medici, non sono gli ambulatori bensì la vera integrazione tra medicina tradizionale e complementare con erogazione dei servizi anche ai pazienti ricoverati. «Che possono decidere se eseguire solo la terapia convenzionale oppure integrarla con l’omeopatia, l’agopuntura e tra poco anche la fitoterapia - spiega Fabio Roggiolani, già presidente della Commissione sanità della Regione Toscana, il principale artefice politico del progetto -. Una volta dimessi, inoltre, avranno la possibilità di essere seguiti dagli specialisti anche nella forma ambulatoriale». La nascita del primo ospedale italiano di medicina integrata segue la legge regionale che ha messo sullo stesso piano le due "medicine". E per far ciò sono stati stipulati accordi con le associazioni professionali. «Gli ordini dei medici, degli odontoiatri, dei farmacisti e dei veterinari - spiega Roggiolani - hanno istituito elenchi nei quali si certifica l’attività di quei professionisti che hanno i requisiti per esercitare la medicina complementare». Nel futuro del progetto c’è anche l’impiego di discipline bionaturali, ovvero tutte quelle pratiche legate ai massaggi e alla ginnastica orientali per migliorare la qualità della vita. Tra questi anche la terapia del suono che sarà seguita da Fabio Pianigiani, musicologo, docente all’Università di Siena.

MALATTIE CRONICHE - I medici lavoreranno in équipe. «Non ci sarà una separazione tra medicina tradizionale e complementare ma un’integrazione - spiega Simonetta Bernardini, pediatra, responsabile scientifico del progetto sanitario - per offrire ulteriori possibilità terapeutiche ai pazienti soprattutto nella cura di malattie croniche oggi di difficile risoluzioni. Tra queste malattie respiratorie e gastrointestinali croniche, malattie dermatologiche. Saranno erogati anche servizi di riabilitazione ortopedica, trattati casi di dolore cronico, esiti di ictus e si userà la medicina complementare per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia in oncologia e nelle cure palliative». Insomma, una rivoluzione, che potrebbe far superare anni di polemiche e incomprensioni tra la stessa categoria medica da sempre divisa su omeopatia, fitoterapia e agopuntura.

lunedì 21 febbraio 2011

Allattamento al seno: recentissima dichiarazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità/ Exclusive breastfeeding for six months best for babies everywhere


Questo post lo dedico ancora ai più piccoli, la cui alimentazione mi sta particolarmente a cuore visti i luoghi comuni e tutta la pubblicità mendace che ci circondano e, purtroppo, ci influenzano...

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda a tutte le mamme del mondo di allattare esclusivamente al seno i propri neonati fino a sei mesi per ottenere una crescita, uno sviluppo e una salute ottimali. Dopodichè devono essere somministrati alimenti nutrienti complementari continuando l'allattamento al seno fino ai due anni d'età e oltre.

L'ultima revisione sistematica sull'argomento è stata pubblicata nel 2009 ("Optimal duration of exclusive breastfeeding (Review)", Kramer MS, Kakuma R. The Cochrane Library, 2009, Issue 4) e supporta le attuali raccomandazioni del WHO (World Health Organization, ndr).

In particolare, i risultati della review suggeriscono che l'esclusivo allattamento al seno dei neonati con il solo latte materno per i primi sei mesi, e quindi senza l'introduzione di altri tipi di alimenti o di liquidi, presenta parecchi vantaggi rispetto ad allattare al seno per 3 o 4 mesi seguiti dall'allattamento "misto".

Tali vantaggi includono un più basso rischio di infezioni gastrointestinali nel bambino, una perdita di peso più rapida e una ritardata ricomparsa del ciclo mestruale nella madre dopo il parto.

Non è stata dimostrata la riduzione di altre infezioni o malattie allergiche; non sono stati evidenziati effetti collaterali nella crescita con l'allattamento esclusivo al seno per sei mesi. E' stato però riscontrato un livello di ferro più basso nei paesi in via di sviluppo (e credo che sia facile capire il perchè!).   


Vorrei aggiungere, infine, che la qualità in termini nutrizionali di ciò che il neonato assume dal latte materno dipende da cosa mangia la mamma.......

Vi invito ad ascoltare quanto afferma la Dott.ssa Michela De Petris* a proposito dello svezzamento dei bambini... (*Medico, Specializzata in Scienza dell'Alimentazione, Medico Ricercatore in studi di intervento alimentare presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, attualmente Medico specialista dell'Ospedale San Raffaele di Milano. E' autrice del libro "Ricette da Favola per bimbi sani e... mamme in gamba", Editrice Novalis) 




Exclusive breastfeeding for six months best for babies everywhere
Statement
15 January 2011
WHO recommends mothers worldwide to exclusively breastfeed infants for the child's first six months to achieve optimal growth, development and health. Thereafter, they should be given nutritious complementary foods and continue breastfeeding up to the age of two years or beyond.
The latest systematic review of the evidence on this issue was published in 2009 ("Optimal duration of exclusive breastfeeding (Review)", Kramer MS, Kakuma R. The Cochrane Library, 2009, Issue 4). The findings of the review, which included two controlled trials and 18 other studies conducted in both developed and developing countries, support current WHO recommendations.
The systematic review's findings suggest that exclusive breastfeeding of infants with only breast milk, and no other foods or liquids, for six months has several advantages over exclusive breastfeeding for 3-4 months followed by mixed breastfeeding.
These advantages include a lower risk of gastrointestinal infection for the baby, more rapid maternal weight loss after birth, and delayed return of menstrual periods. No reduced risks of other infections or of allergic diseases have been demonstrated. No adverse effects on growth have been documented with exclusive breastfeeding for six months. But a reduced level of iron has been observed in some developing country settings.
WHO closely follows new research findings and has a process for periodically re-examining recommendations. Systematic reviews accompanied by an assessment of the quality of evidence are used to review guidelines in a process that is designed to ensure that the recommendations are based on the best available evidence and free from conflicts of interest.